Riciclabilità, sostenibilità, circolarità: parole guida che ci accompagnano giorno dopo giorno, eppure sappiamo che, affinché possano trasformarsi in fatti e incidere veramente sul presente, devono essere declinate in ogni ambito della nostra esperienza.
Così, dopo aver animato la terza edizione della Paper Week, l’appuntamento annuale di Comieco dedicato all’informazione e alla formazione sul riciclo di carta e cartone, ecco risuonare queste stesse parole durante la Milano Design Week, la grande manifestazione del design italiano che quest’anno ha messo al centro l’ambiente, portando l’attenzione sui temi della rigenerazione, del riutilizzo, del risparmio energetico.
Il design si ripensa in chiave sostenibile e abbraccia il cambiamento. Lo confermano i dati del quinto Rapporto Design Economy, realizzato da Fondazione Symbola con Deloitte Private, Poli.Design e il supporto di Comieco, che dal 2017 indaga lo stato dell’arte del design italiano e le sue prospettive di sviluppo.
Ne emerge un’Italia, con Milano in testa, al primo posto in Europa per il design, con il maggior numero di imprese attive nel comparto, e impegnata a rispondere alle sfide del presente. Quasi l’88% degli intervistati sottolinea infatti l’importanza della sostenibilità nei progetti in corso. Un segnale che trova conferma anche nella sempre maggiore considerazione del packaging e nella necessità di convertirlo in ottica verde, a partire dall’uso dei materiali cellulosici.
“La leadership italiana nel design conferma il suo ruolo importante come infrastruttura immateriale del Made in Italy e protagonista nella sfida della sostenibilità. Nel pieno di una transizione verde e digitale il design è chiamato nuovamente a dare forma, senso e bellezza al futuro. [...] I prodotti, in un contesto di risorse scarse, dovranno necessariamente essere riprogettati per diventare più durevoli, riparabili, riutilizzabili.” Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola
Il Rapporto presenta il packaging come uno dei settori trainanti del design: il 95% dei soggetti coinvolti nell'indagine dichiara di occuparsi di questo aspetto e l’85% prevede di continuare a farlo nei tre anni a venire. Ben il 66% delle imprese, inoltre, riferisce di prediligere i materiali cellulosici per la progettazione di imballaggi sostenibili. Le ragioni sono presto spiegate: si tratta di materiali naturali, rinnovabili, riciclabili.
Tra i criteri che più influiscono sulla scelta, domina la riciclabilità (33% dei casi), seguita dalla facilità di stampa (22%), che ottimizza la comunicazione con i clienti. Molto importante la provenienza da foreste gestite in modo sostenibile (FSC, PEFC) o da fonti riciclate e, in particolare per i progettisti, la riciclabilità non compromessa dal trattamento o dall’accoppiamento della carta con altri materiali. Nel design del packaging i progettisti e le aziende apprezzano soprattutto la possibilità di riutilizzo (42%), così da favorire la durabilità degli imballaggi, facilitare resi e progettare nuovi utilizzi. Specialmente per i manufatti transitori (stand, allestimenti, cartellonistica) i materiali cellulosici sono quelli maggiormente utilizzati (36%).
Leggero e resistente, versatile e funzionale, il packaging in cellulosa unisce al rispetto del pianeta una praticità di utilizzo e una potenzialità espressiva capace di portare i brand nei mercati globali, incentivando la fidelizzazione dei clienti.
Ancora una volta, spicca con forza l'importanza e la necessità di sostenere l'industria della carta e del cartone, incentivando la filiera del riciclo. Un ambito in cui l’Italia eccelle in Europa e in cui può ancora dare tanto, unendo all’efficacia delle politiche per l’ambiente il merito di diffondere il marchio made in Italy nel mondo.