C’è un sottile filo rosso che unisce alcune professioni e alcuni oggetti appartenenti al mondo del cinema, e che ritorna anche nella notte più scintillante dell’anno: riuscite a indovinare dove la carta incontra il cinema?
La cerimonia di consegna degli Oscar 2023 si è svolta nella notte tra il 12 e il 13 marzo al Dolby Theatre di Ovation Hollywood a Los Angeles. È stata una lunga notte, iniziata verso l’una e proseguita per oltre quattro ore. Quasi tutti, però, si sono sintonizzati prima, per non perdere la sfilata sul red carpet, con una pioggia di flash, immagini iconiche e dichiarazioni scottanti. Oltre alla curiosità sui nomi dei vincitori che ha accompagnato la visione, ci siamo chiesti se e in che modo carta e cartone saranno presenti in questa notte, e se abbiano anch’essi un ruolo nel mondo del cinema. La risposta è sì! Ecco perché.
Certo, anche se è bello immaginare uno sceneggiatore che imprime i suoi pensieri su carta con l’inchiostro, siamo ormai consapevoli che, salvo rarissime eccezioni, la scrittura passa da una tastiera allo schermo del computer. Eppure, ancora oggi, si arriva alla fine a quel momento in cui la sceneggiatura viene stampata per poi passare, di mano in mano, tra operatori, curatori, attori, regista, aiuto regista, doppiatori. Un faldone di fogli (sarà carta riciclata?) che contiene già tutta la storia che, con il lavoro e il talento di tante persone, si trasformerà in un film.
Il copione si utilizza tanto nel cinema quanto in teatro e, in entrambi i casi, è l'insieme delle battute che gli attori devono recitare. Qualche volta gli sceneggiatori aggiungono dei suggerimenti legati all’interpretazione o dei dettagli ambientali (ma questo avviene più di frequente in teatro). Il copione teatrale è spesso stampato ed edito da una casa editrice: lo si può dunque trovare nelle librerie come un normale libro. Il copione cinematografico o televisivo viene invece stampato soltanto per un uso provvisorio, durante le riprese. Per questo, assume davvero l’aspetto di una pila di fogli A4 stampati su un solo lato a caratteri molto grandi, affinché siano facilmente e velocemente leggibili. Lo spazio vuoto disponibile può servire per le annotazioni del momento.
C’è un altro grande protagonista nel mondo del cinema: lo scenografo. Ovvero, colui o colei che prepara i disegni, o bozzetti, dell’ambiente che ospita la scena, e spesso realizza anche materialmente gli allestimenti. Anche qui, dunque, tutto parte da un blocco per appunti nel quale tracciare una prima idea del set. Per poi passare ad un’elaborazione grafica dettagliata in digitale. Alcune componenti della scenografia, tuttavia, possono ancora essere realizzate in cartone, soprattutto in fase progettuale, come prototipi.
Quando Jimmy Kimmel, conduttore di questa 95esima edizione della Notte degli Oscar, è salito sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles per pronunciare i nomi dei vincitori, lo ha fatto estraendo il più semplice e al contempo il più importante degli oggetti: la busta contenente l’esito della giuria. Quel momento che sembra interminabile, durante il quale un piccolo cartoncino con il nome del vincitore viene lentamente tirato fuori da una busta, non potrà cambiare mai. Solo la carta custodisce silenziosamente il segreto e consente di calibrare correttamente i tempi: un nome che compare all’improvviso su uno schermo digitale non avrebbe mai e poi mai lo stesso effetto!
Allo stesso modo, la lista degli invitati è tradizionalmente stampata su dei fogli, attentamente ordinati e conservati su una cartellina rigida. E poi – anche se ammettiamo di non averlo mai ricevuto – immaginiamo che anche l’invito ufficiale venga recapitato ai vip all’interno di una busta ben curata, contenente un cartoncino personalizzato. Tra gli oggetti “cult” del cinema in carta e cartone non dimentichiamo infine i manifesti dei film, veri e propri simboli della cinematografia, oggetto di mostre, esposizioni, collezioni private. Da oggi nuovi manifesti sono entrati a far parte del pantheon della filmografia mondiale.
I cartoni animati si chiamano così perché i bozzetti preparatori venivano disegnati su carta e cartone. I singoli disegni “prendevano vita” poi in una sequenza in movimento. Oggi lo storyboard si costruisce in digitale, ma gli artisti della penna spesso partono ancora da schizzi annotati sul proprio taccuino. Quali sono stati i candidati di questa edizione degli Oscar nella categoria miglior film d’animazione? Pinocchio di Guillermo del Toro, vincitore della categoria. E poi Marcel the Shell di Dean Fleischer-Camp, Il gatto con gli stivali 2 - L'ultimo desiderio di Joel Crawford, Il mostro dei mari di Chris Williams e Red di Domee Shi.
Il film con il più alto numero di nomination (11), Everything Everywhere All at Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, ha trionfato ottenendo ben sette statuette, tra le quali spiccano quelle per migliore film e migliore regia. Delusione per Gli spiriti dell'isola, tra i favoriti in corsa, che non ha ottenuto neppure una delle nove statuette per le quali era candidato. Il titolo di migliore attore protagonista è andato a Brendan Fraser per The whale, quello per migliore attrice protagonista a Michelle Yeoh per Everything everywhere all at once. Niente di nuovo sul fronte occidentale è il migliore film internazionale e ha vinto anche gli oscar per la migliore colonna sonora, la migliore fotografia e la migliore scenografia.