10/03/2023

Carta da parati: dove la butto?

La carta da parati, di gran moda negli anni Settanta, dimenticata per qualche decennio e oggi tornata ad abbellire i muri di case e locali con fantasie fresche e colorate, sembra non conoscere età. Una cosa però è certa: non la si può lasciare ingiallire. Va pulita e, quando è passato troppo tempo, sostituita. Sarà capitato a molti di dover rinnovare una stanza del proprio appartamento oppure la casa dei nonni o dei genitori: dove si butta, dunque, quella carta da parati ormai usurata?

 

Carta da parati: un po’ di storia

 

La carta da parati ha una storia antichissima: compare già nel XXII secolo, quando l’Europa comincia ad importare carta dalla Cina. L’intuizione di dipingerla, per poi applicarla alle pareti, permette di sostituire i ben più costosi arazzi. Tuttavia, a onor del vero, va detto che la carta da parati vera e propria, simile a quella che utilizziamo oggi, si diffonde su larga scala solo nel corso dell’Ottocento, con la tecnica industriale moderna. Nel ventesimo secolo diventa non solo un elemento di arredo, ma un vero e proprio “cult”: proprio come un capo d’abbigliamento, attira l’attenzione di stilisti e artisti, Andy Warhol in primis. Oggi, in Italia, sono rimaste pochissime aziende che la producono: le nuove carte da parati arrivano dall’Europa e da Paesi extraeuropei.

 

Dove si butta la carta da parati?

 

Purtroppo non abbiamo buone notizie: quelle grandi quantità di vecchia carta da parati staccate dalle pareti non si possono smaltire nella raccolta differenziata di carta e cartone. Infatti, nonostante il nome, la carta da parati non è vera e propria carta. O perlomeno non è solo carta. La composizione è variabile, ne esistono diverse tipologie. Ma anche nel migliore dei casi, bisogna considerare che la carta da parati viene sempre trattata con colle o paste per renderla adesiva.

Alcune carte da parati sono composte da diversi strati; contengono ad esempio fibre naturali, fogli di alluminio o perline di vetro. Altre sono realizzate in tessuto, materiali acrilici o tessuto non tessuto. Questa scelta è comprensibile: la carta da parati deve resistere all’umidità. Infine, va tenuto conto anche del fatto che, staccandolo dalla parete, quasi sempre il foglio porta con sé tracce di intonaco. Insomma: c’è più di una ragione per cui la carta da parati va necessariamente buttata nell’indifferenziata. Cercate di ridurne il volume e se ne avete grandi quantità rivolgetevi ad un centro di raccolta rifiuti.

 

E se la volessi pulire?

 

Se dopo aver scoperto che non si può riciclare, vi siete ulteriormente convinti a non cambiare la vostra vecchia carta da parati, una soluzione (perlomeno temporanea) c’è: potete provare a ripulirla. Prima di tutto cercate di capire qual è la composizione della vostra carta da parati. Se la parte esterna è in effetti composta prevalentemente da carta non potrete fare molto e di certo non potrete bagnarla: limitatevi a sfregare con una spugna le singole macchie. Se la vostra carta da parati è invece in tessuto, tessuto non tessuto, in acrilico o carta vinilica, potete strofinarla – con delicatezza – con un panno umido (non abrasivo) che avrete precedentemente bagnato in acqua calda e sapone. Infine, asciugatela accuratamente con un panno morbido, asciutto e pulito. 

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