Tutti conosciamo la carta che usiamo oggi e la sua lavorazione. Ma cosa c’era prima di fogli e giornali prodotti con la carta da macero proveniente dalla raccolta differenziata? La carta veniva prodotta con gli stracci.
In “Carta e stracci. Protoindustria e mercati nello Stato pontificio tra Sette e Ottocento”, il Prof. Augusto Ciuffetti presenta uno spaccato del commercio degli stracci nei secoli 800 e 900 nello Stato Pontificio.
Il professore traccia un quadro della situazione nello Stato Pontificio lungo i secoli, a partire dalla comparsa dei primi mulini da carta, nel XII secolo. I sistemi idraulici e una migrazione di conoscenze provenienti dalla Spagna danno l’impulso a innovazioni tecnologiche che fanno di Fabriano uno dei maggiori centri europei di produzione della carta derivante dalla lavorazione di fibre ricavate dagli stracci di canapa e lino. Le produzioni di carta di Fabriano e Pioraco-Camerino vengono così esportate in tutto il continente europeo e tante cartiere vengono costruite: lo stato Pontificio cerca di regolamentare il mercato degli stracci, un mercato che alimenta una capillare rete economica, senza successo. La vita delle cartiere vede un lento declino dovuto a diversi fattori tra i quali il fallimento dei tentativi di regolamentazione del mercato.
La figura degli stracciaroli, le prime innovazioni tecnologiche, il ruolo delle cartiere, la nascita di quello che sarà un mercato fiorente: questo e altro si può trovare nel libro del Prof. Ciuffetti.
In allegato le presentazioni: