La ristorazione veloce - meglio nota come fast food - è una realtà che conosciamo tutti molto bene, da ormai tanti anni. Anche in Italia, dove il cibo è un culto, i ritmi quotidiani e lo stile di vita che conduciamo hanno fatto sì che un panino o un pasto da consumare rapidamente diventassero la norma, perlomeno durante la settimana lavorativa. Secondo il Rapporto Fipe-Confcommercio 2023, tra bar, ristoranti, pizzerie e altri esercizi commerciali, la ristorazione veloce raccoglie circa il 7% delle visite complessive.
Rispetto alle altre tipologie della ristorazione, i quick restaurant service sono particolarmente legati al tema degli imballaggi e della loro gestione perché nella maggior parte dei casi l’hamburger, le bibite, le patatine o altri cibi consumati in questo settore non si servono in un piatto di porcellana. Vengono piuttosto consumati – e consegnati – spesso e volentieri in un imballaggio a base cellulosica. Questo fa la differenza.
Proprio la circolarità degli imballaggi in carta e cartone nella ristorazione veloce è stata oggetto di uno studio a cura di Duccio Bianchi, co-fondatore di Ambiente Italia, a partire dall’esperienza di uno dei maggiori player del fast food: McDonald’s. La ricerca è stata presentata a Roma in occasione di un convegno cui hanno partecipato operatori del settore, attori della filiera di carta e cartone e rappresentanti di Comuni, imprese e istituzioni.
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