Anche nel 2023 la filiera cartaria consolida la sua leadership nel riciclo. Lo dicono i numeri: oltre 3,6 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte ogni anno; 3,5 milioni di tonnellate di CO2 di emissioni evitate attraverso il riciclo che per gli imballaggi è stabilmente sopra l’80%: oltre gli obiettivi UE al 2025 e vicino al raggiungimento – già da quest’anno – del target 2030 (85%).
Numeri che rendono l’Italia protagonista in Europa e che sono stati considerati dal Parlamento Europeo in occasione del voto della PPWR sugli imballaggi nella plenaria del 22 novembre scorso. Un voto che rimette il riciclo al centro delle politiche del Green New Deal in vista della negoziazione interistituzionale con il Consiglio e la Commissione europea che partirà a gennaio. Il PE ha approvato la deroga per gli obiettivi di riuso vincolanti qualora venga raggiunto il target dell’85% di riciclo. Una deroga che, stando al voto parlamentare, per ora impegna anche gli imballaggi cellulosici compositi, ossia quelli che, secondo la nuova definizione introdotta dal PE, sono costituiti da più del 10% di materiale non cartaceo (es., i cartoni per bevande).
E a conferma del valore dell’industria nazionale del riciclo, il ddl Made in Italy - all’esame della Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati – lo ha inserito tra le filiere nazionali strategiche per gli obiettivi di politica industriale ed economica. Il disegno di legge ha così previsto l’accesso al Fondo nazionale del Made in italy che, con una dotazione iniziale di 700 milioni di euro nel 2023 e di 300 milioni di euro nel 2024, è finalizzato a sostenere la crescita, il rafforzamento e il rilancio del settore del riciclo.
Insomma questo comparto, con i relativi servizi, si conferma capace di generare crescita e sviluppo e potrà avere un ulteriore impulso con gli investimenti legati al PNRR di cui, vale la pena ricordarlo, carta e cartone sono tra i progetti faro a forte valore aggiunto per la transizione ecologica.
|