La carta termica, come quella comunemente utilizzata per gli scontrini fiscali, reagisce al calore e può generare problemi nelle fasi del riciclo.
Ecco perché di norma NON va inserita nei bidoni della carta.
- Le componenti che reagiscono al calore, soprattutto nella fase della “seccheria” all’interno del processo produttivo delle cartiere provocano un forte scurimento. Per riconoscerle basterebbe scaldarle (senza bruciarle...) o passarci sopra un’unghia: se anneriscono sono carte termiche. La maggior parte degli scontrini sono di questo tipo.
Ci sono poi altre carte chimiche come la vecchia carta carbone e quelle attualmente caricate con capsule contenenti inchiostri, che hanno un comportamento simile alla carta termica e difficilmente possono essere considerate riciclabili. In questo caso è la pressione che rilascia il componente.
Esistono tuttavia diverse tipologie di carta utilizzata per gli scontrini e non si può generalizzare.
Altre carte per gli scontrini che possono infatti essere riciclate:
- carta normale: fatture, ricevute o scontrini stampati con una stampante normale vanno ovviamente nella raccolta della carta.
- carta termica di nuova generazione: sviluppata con una nuova tecnologia senza l’utilizzo di componenti di reazione chimici. La si riconosce perché innanzitutto riporta la dicitura “riciclabile con la carta” e poi solitamente è di colore blu/grigio ed è resistente agli agenti atmosferici (luce solare, umidità).
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