L'articolo del mese è dedicato a Simon Schubert,
cinema e letteratura in carta.Dell’artista tedesco -nato a Colonia nel 1976- che si esprime con diversi linguaggi, prendiamo in esame un importante corpo di opere costituite da fogli di carta bianca. Nei suoi
papierarbeiten Schubert piega e ripiega il foglio di carta immacolato e così procedendo disegna illusionistiche immagini di spazi architettonici. Queste evanescenti architetture appaiono e svaniscono al semplice variare dell’incidenza della luce.
Schubert ha una carriera artistica decennale con esposizioni in tutta Europa. Nel suo
curriculum individuiamo le partecipazioni nel 2010 e 2011 alle esposizioni organizzate da Kunstverein Spirito Del Lago nel Palazzo Borromeo dell’Isola Bella sul lago Maggiore.
Lo abbiamo interpellato perché ci parlasse del suo lavoro nel duplice aspetto teorico e pratico.
Schubert nel suo sito ha raccolto le opere di carta in una cartella indipendente che ha chiamato Papiearbeiten. Ci può spiegare com’è nato in lei l’interesse per la carta da utilizzare come materiale artistico? Durante i miei studi presso l'Accademia di Belle Arti di Düsseldorf ho lavorato come assistente del professore di filosofia Dott. Paul Good. Con lui ho seguito due seminari su Samuel Beckett. E’ di quel tempo il mio progetto di fare il
ritratto di Beckett con un foglio di carta bianco. Intendo solo la carta, senza matita, penna o altri strumenti del disegnare o dipingere. Ridurre l’opera d’arte al solo materiale di cui è fatta è d’ispirazione beckettiana, così come la dissolvenza nel bianco.
Questo è stato il punto di partenza per la mia tecnica e da quel momento si è aggiunta molta sperimentazione e nuove scoperte.
Le sue opere mi fanno pensare al metallo sbalzato dell’arte orafa e ai disegni di architettura (Oscar Kaspar Schinkel, per la purezza del disegno). Quali opere e artisti –non solo figurativi- hanno ispirato la sua produzione?Vorrei davvero dire che per il mio lavoro sono piuttosto scrittori e filosofi ad avermi attratto e ispirato. Come ho detto prima Samuel Beckett, ma anche Gottfried Wilhelm Leibniz, Gilles Deleuze o Douglas R. Hofstadter. Registi come David Lynch, Alain Resnais, Stanley Kubric sono altrettanto importanti per me.
Le sue opere sono sempre in nuda carta, senza intervento di colore e pittura, e i soggetti sempre architettonici. C’è una formazione da scultore o architetto dietro questa scelta?
Ho studiato scultura in Accademia e le opere di carta sono in realtà delle sculture a rilievo, … o dei disegni sculturali. Ho un profondo interesse per l'architettura e mi attrae l’idea che le tre dimensioni dello spazio architettonico possano nascere attraverso l’atto del piegare e ripiegare una superficie a due dimensioni.
Le sue opere in carta piacciono e sono ricercate dai collezionisti? Puoi raccontarci qualche aneddoto curioso a proposito dei suoi acquirenti?Sono felice perché c’è grande domanda dei miei lavori e ho praticamente venduto tutte le opere da me prodotte. La cosa che ancora oggi mi sorprende è la reazione delle persone che guardano le mie opere. Molti di essi si rifiutano di credere che il mio lavoro sia fatto di un semplice foglio di carta bianco e si meravigliano quando al variare delle condizioni d’illuminazione l’opera può anche svanire sotto i loro occhi.
Dei suoi lavori in carta propone pezzi unici ed anche tirature. Quali sono le differenze tecniche tra queste due categorie di opere?Le mie edizioni non sono prodotti seriali ma sempre pezzi unici. Le edizioni nascono quando sotto un unico titolo posso raggruppare un insieme di lavori omogeneo. E’ semplicemente un’etichetta. Per fare un esempio, un’edizione può consistere di immagini di un edificio. Ne ho fatta una con cento prospettive diverse degli spazi interni di un’unica abitazione. Cento esemplari tutti realizzati a mano.
Il corpo di lavori di cui ci siamo occupati risale a periodo 2006-2009. Ha abbandonato la carta per avventurarsi su nuovi materiali o ci aspettano delle novità?Il sito non è aggiornato e … presto c’è un appuntamento importante! Il 13 settembre inaugurerà la mia mostra personale, DÄMMERFLUCHTEN, alla galleria
Thomas Modern di Monaco di Baviera. E’ in uno spazio grande, circa 350 metri quadrati, che accoglierà molte opere. Per i lavori mi sono ispirato al film "L'année dernière à Marienbad" di Alain Resnais che ha girato le scene in tre diversi castelli e palazzi di Monaco.