27/05/2014

La raccolta differenziata a Benevento: una storia a lieto fine, intervista a Lucio Lonardo – Asia

I numeri parlano chiaro: dal 7% di stima di RD si è passati ai 65% attuali variando il sistema  di raccolta, non senza difficoltà. La tenacia e la costanza sono state premiate e Benevento ora è riconosciuto come comune virtuoso ed esemplare.

Ma qual è il segreto di Benevento? Lo abbiamo chiesto a Lucio Lonardo, Presidente di Asia Benevento.

“Quando nel 2007 si è insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione siamo partiti da zero, la RD a Benevento era inesistente. Non c’era un’adeguata informazione. Io ero Presidente e per primo non sapevo se c’era un progetto sulla RD. Alla città mancava la conoscenza: tutti vedevano la RD come una perdita di tempo, non si comprendeva l’utilità. 

Benevento
non aveva nessun impianto di trattamento di rifiuti e nessuna piattaforma: la città era sinonimo di discarica. Al primo uso della parola raccolta differenziata cresceva la paura nella popolazione: i cittadini erano convinti che, una volta iniziata la RD, sarebbero aumentati i costi di gestione e quindi anche la tassa sui rifiuti.

Noi come Asia abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa, bisognava scuotere i cittadini: siamo scesi in campo e non ci siamo più fermati. Abbiamo prima raccontato nelle scuole perché andava fatta la RD. Ci sono stati momenti difficili, i rifiuti venivano abbandonati e registravamo continui incendi ai cassonetti di carta. Grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine siamo riusciti a contenere il problema.

Abbiamo pensato di puntare sui giovani che ci hanno aiutato girando per i condomini e per le case consegnando porta a porta il kit per la RD e spiegando le modalità della raccolta.  I cittadini erano diffidenti: mostrare che la raccolta serviva ad ognuno di loro era il nostro obiettivo. Dovevamo far sentire il cittadino protagonista di questa azione: non abbiamo imposto nulla, ma dimostrato che il riciclo portava solo vantaggi. A chi portava rifiuti all’isola ecologica davamo in cambio prodotti locali e buoni spesa. La gente ha cominciato a prendere coscienza e fiducia in ciò che faceva e non si è più fermata.

Da parte nostra, poi, abbiamo intrapreso una massiccia campagna di comunicazione: dai manifesti e spot con Totò per richiamare l’attenzione, alle mostre sul rifiuto come arte nelle scuole.
Gli spot, inizialmente girati con il nostro personale e con mezzi artigianali, venivano trasmessi dalle tv locali e nei nostri cinema prima di ogni spettacolo. Abbiamo poi alzato il target e chiamato attori indipendenti e curato maggiormente la regia.

Era una prima volta anche per noi, in tutto: nella raccolta, nella campagna di comunicazione, nel lavoro con le scuole. Ma l’impegno è stato premiato. Siamo partiti dalle scuole per approcciare in seguito gli uffici pubblici e privati: tutti avevano il loro ecobox per la raccolta della carta, il primo materiale raccolto, poi si è proseguito con il multimateriale. Ora abbiamo indetto anche la pulizia del verde, con bonifica e cura delle piante.

Attualmente lavoriamo sempre con le scuole, che ci danno grandi risposte attraverso mostre sul rifiuto e festival dell’ambiente di fine anno: sono i ragazzi il futuro, le sentinelle ambientali nelle famiglie. Formare delle coscienze attente all’ambiente vuol dire avere adulti consapevoli e rispettosi di ciò che li circonda. Ogni anno inventiamo una campagna di comunicazione diversa e non abbassiamo mai l’attenzione: bisogna sempre mantenere alto l’interesse, senza mai imporre niente ma coinvolgendo il cittadino che è il primo protagonista della storia del riciclo.”