27/11/2018

L’abitare del futuro: l’architettura al servizio dell’economia circolare

Architettura e design settori chiave dell’economia circolare soluzioni innovative per il riciclo.
Dalle cucine che separano, ai sistemi pneumatici condominiali di movimentazione rifiuti, ai sistemi di raccolta a scomparsa nei quartieri.


L’Italia è un Paese che conta primati ed eccellenze troppo spesso ignorati. Uno di questi è nell’economia circolare, in cui svettiamo per performance a livello europeo. Un esempio su tutti viene dalla raccolta differenziata e dal riciclo di carta e cartone: più di 3,3 milioni di tonnellate di materiale raccolto dai Comuni italiani nel 2017 e ben 10 tonnellate di macero riciclate al minuto.

Un tassello importante del contrasto ai mutamenti climatici e una opportunità per una economia del futuro a misura d’uomo in grado di integrare innovazione e territorio, talenti e comunità, creatività e sviluppo sostenibile.
La sfida dell’economia circolare non interessa solo le filiere produttive, ma interesserà nel futuro sempre più gli spazi urbani, gli stili di vita e le abitudini dei singoli cittadini. Gli spazi urbani e gli spazi privati di vita saranno sempre più un campo di sperimentazione per progetti che favoriranno il miglioramento del recupero dei materiali. Guardando a un futuro che è già iniziato architettura e design diventano pilastri nella transizione verso un modello di economia dove il recupero è parte integrante dello spazio: arredi, ambienti domestici, edifici e interi quartieri hanno bisogno di essere realizzati o adattati all’esigenza dell’economia circolare.
Da queste premesse è nato lo studio di Atlas, sviluppato da Stefano Boeri Architetti e Comieco per analizzare e sviluppare il dialogo fra architettura e corretta gestione del recupero dei materiali, per una progettazione degli ambienti e degli spazi che ne tenga conto.

“L’abitare del futuro non può prescindere dal tema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti. Una necessità che va ripensata e integrata nella realtà domestica come un passo essenziale nell’ottica di un approccio olistico alla sostenibilità” commenta l’architetto Stefano Boeri.

Tra gli ambiti che descrivono i campi di intervento, selezionati in base al luogo in cui si gestisce la raccolta differenziata e al numero di persone coinvolte, Atlas individua la cucina, dove i materiali vengono separati; il condominio, il luogo in cui vengono raccolti, e il quartiere, dove i materiali da recuperare entrano nella filiera vera e propria del riciclo. La ricerca ha analizzato ognuno di questi ambiti secondo criteri di igiene, decoro, accessibilità, sicurezza, e disturbo acustico.

Sulla base dell’analisi delle buone pratiche urbane sono stati proposti nuovi progetti per la città del domani. Si va dalle borse componibili e dai composter a uso domestico, ai modelli di raccolta per i condomini, fino alle eco-station ed ai cassonetti a scomparsa per il quartiere. Una delle soluzioni più innovative è il sistema pneumatico dedicato ai condomini, che combina canne di caduta con un meccanismo ad aria compressa per trasportare il materiale sino a un centro di raccolta.

Un contributo, quello di Atlas, per un’Italia che guarda avanti, nel rispetto dell’ambiente, del territorio e delle comunità.