Nella poetica di Perino & Vele si spezza definitivamente la nozione lineare del tempo e, ça va sans dire, della relativa memoria. Sustanziano infatti le loro opere, in misura armonica e che non stona, memorie storiche e culturali, che provengono dal loro locus di origine le prime, e dalla loro profonda conoscenza delle ricerche artistiche attuali le seconde. Quindi convivono nei loro lavori l'archeologia della loro terra, la Campania felix degli antichi romani; l'eredità tanto del poverismo quanto di soluzioni formali del pop più critico; l'antica tradizione della cartapesta, materiale da loro reinventato e immesso nell'arte contemporanea, ma impiegato per secoli da artigiani e artisti popolari. Boom, scultura di grandi dimensioni del 2013, è in tal senso decisamente esplicativa della loro opera: il riferimento al vaso di Pandora, contenente tutti i mali del mondo; il suo essere sfera nera, che ricorda al tempo stesso un mappamondo senza geografia e una grande palla di cannone; le anfore che vi sono conficcate, che a loro volta ricordano i cannoni; la cartapesta colorata, loro elemento caratteristico, ottenuta utilizzando quotidiani, manifesti e volantini di diverso colore. Sono compresenti nel loro lavoro l'impegno e una continua nota d'ironia, che alleggerisce i toni delle opere anche quando presentano motivi di denuncia.
G.Centrone
Boom, 2013
cartapesta, vetroresina, bitume, tempera (303 fogli)
cm 223 x 209 x 196
Courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli
©foto F.Squeglia
In the poetics of Perino & Vele, the linear notion of time, and ça va sans dire (it goes without saying), of relative memory, is broken off definitively. In fact, the works of these two artists substantiate, in a harmonious and tuneful measure, historical and cultural memories, with the former deriving from their locus of origin, the latter from their profound knowledge of current artistic research. In their works coexist the archaeology of their homeland, the Campania felix of the ancient Romans; the legacy of both Arte Povera and formal solutions of the most critical pop art; the ancient tradition of papier-mâché, a material that they have reinvented and immersed into contemporary art, but used for centuries by artisans and popular artists. Boom, a large sculpture from 2013 is, in this sense, certainly explanatory of their work: the reference to Pandora’s box, containing all the evils of the world; a black sphere, which recalls, at the same time, a globe without geography and a large cannonball; the amphorae that are stuck there, recalling, in turn, the cannons and the coloured papier-mâché, their characteristic element, is obtained by using newspapers, posters and flyers of different colours. This commitment and a continuous touch of irony coexist in these elements, which lightens the tones of their work even when they present motifs that are highly critical.
G.Centrone
Boom, 2013
papier-mâchè, fibreglass, bitumen, tempera (303 sheets)
cm 223 x 209 x 196
Courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli
©foto F.Squeglia