La raccolta differenziata dello scarto di cucina è caratterizzata dalla presenza di materiali a matrice cellulosica che sono riciclabili negli impianti industriali di compostaggio o integrati di Digestione Anaerobica & Compostaggio. Tradizionalmente infatti una parte ridotta del rifiuto cellulosico viene conferito insieme alla frazione umida del rifiuto organico, soprattutto laddove la frazione cellulosica risulta aggregata in maniera eccessiva agli scarti alimentari oppure eccessivamente bagnata.
Per definire qualità e quantità dei rifiuti cellulosici conferiti con l’umido a partire dal 2013 è stato siglato un protocollo di Intesa tra CIC – Consorzio Italiano Compostatori e COMIECO con lo scopo di inquadrare e caratterizzare la presenza delle diverse tipologie di scarti cellulosici all’interno della filiera del recupero dello scarto umido. Questo accordo ribadisce l’impegno dei consorzi nella gestione efficace dei rifiuti, le cui filiere sono le maggiormente rappresentate nella raccolta differenziata di rifiuti urbani in Italia: l’umido rappresenta il 27% del totale in peso dei rifiuti raccolti in modo differenziato, carta e cartone il 19,5% (fonte ISPRA, Rapporto Rifiuti 2019).
L’indagine quali-quantitativa stima per il 2019 in un quantitativo di frazioni cellulosiche conferite all’interno della raccolta differenziata della frazione umida di circa 80.000 tonnellate con un’umidità di circa il 30% dovuta alla contaminazione dell’umido. Tale valore, riportato ad un’umidità del 10% (comparabile con l’immesso al consumo), porta la stima al riciclo in compost di circa 66.000 tonnellate di rifiuti cellulosici. Di questa frazione sono circa 26.000 tonnellate gli imballaggi in cartone ondulato, cartone teso e altri imballaggi in carta, una quantità minima comparata a quanto annualmente viene riciclato nelle cartiere, quasi 4 milioni di tonnellate di imballaggi usati.
Si conferma pertanto che lo sviluppo e l’immissione sul mercato di materiali di imballaggio e di specifici imballaggi che abbiano caratteristiche di compostabilità (secondo la norma tecnica europea UNI EN 13432:2002) possa favorire l’effettivo riciclo organico di quei manufatti cellulosici che, non potendo essere conferiti nella raccolta della carta perché contaminati da scarti alimentari, vengono conferiti nella filiera dell’umido e possa favorire l’efficienza di processo degli impianti di compostaggio che scongiurano la presenza di materiali non compostabili che andrebbero ad aumentare gli scarti.